venerdì 15 novembre 2013

Crisi: Acri, per 65% italiani meno bar, ristoranti, viaggi e vacanze

Il 65% degli italiani taglia i consumi su bar, ristoranti, e il 60% sui viaggi e le vacanze. E' questo il quadro tracciato dall'Acri che in collaborazione con l'Ipsos ha realizzato il report 'gli Italiani e il Risparmio' in occasione della celebrazione della 89esima Giornata Mondiale del Risparmio che si svolge domani a Palazzo della Cancelleria. Per le famiglie italiane - si legge - la ridefinizione dei consumi e' ormai strutturale. Il periodo pre-crisi e' considerato lontano e ora una razionalizzazione delle spese e' divenuta sistematica, sia tra le famiglie colpite dalla crisi sia tra quelle che non hanno sperimentato particolari problemi: consumare piu' del necessario non e' piu' un elemento per distinguersi in megloi, anzi! Si riducono quindi gli acquisti d'impulso (emblematico il caso di giochi e lotterie); si contraggono le scorte; le spese voluttuarie si concentrano in pochi momenti dell'anno. Come gia' intravisto nelle passate edizioni dell'indagine, questo nuovo paradigma di consumo sembra ora dominare ogni categoria merceologica ed e' trasversale rispetto alle classi sociali. Il consumatore e' oggi piu' selettivo, si informa maggiormente, evita gli acquisti avventati. I primi anni di crisi hanno visto la pesante riduzione dei risparmi e degli investimenti, ora l'elemento che sicuramente viene piu' colpito sono i consumi, come evidenziano anche i dati inflattivi spesso al di sotto delle aspettative e i dati sulla contrazione del potere d'acquisto. Quasi tutti i settori sono colpiti in modo ampio, sia perche' continua ad aumentare il numero di coloro che riducono le spese, sia perche' pochissimi consumatori sono disposti a incrementare i loro consumi. I settori dove i tagli dei consumi sono stati maggiori appartengono (come nel passato) soprattutto al fuori-casa. Infatti, il 65% per cento degli Italiani dichiara di aver ridotto la propria frequenza nei ristoranti, bar e pizzerie negli ultimi 2-3 anni, solo il 4% dichiara di averla incrementata e il 31% di averla costante: il saldo negativo tra chi ha incrementato e chi ha ridotto e' di 61 punti percentuali; l'anno scorso era -57. sono stati ridotti negli ultimi anni dal 60% degli Italiani, contro il 5% che li ha incrementati (il 35% ha tenuto costanti i consumi di viaggi e vacanze); il saldo negativo e' del 55%, in peggioramento rispetto al 53% del 2012. Anche cinema, teatro registrano una contrazione presso il 57% degli italiani e solo il 4% ne ha incrementato la fruizione (il 39% e' stabile). Il saldo e' negativo del 53% (era -56% un anno fa). A queste tipologie di consumo va affiancata anche quella relativa a vestiario, abbigliamento e accessori, che registra una riduzione presso il 54% degli Italiani, un incremento presso il 7%, mentre il 39% dichiara di non aver modificato il proprio consumo. Cio' genera un saldo negativo del 47%, sempre drammatico ma inferiore a quello del 2012, che era negativo di 51 punti percentuali. L'abbigliamento era stato meno colpito nei primi anni di crisi, ora e' uno dei settori nei quali il maggior numero di Italiani ipotizza di fare dei risparmi. Ci sono poi degli ambiti ove, pur essendo la maggior parte dei consumatori stabili, nel senso che i consumi non sono stati ne' ridotti ne' incrementati, il saldo tra coloro che li hanno ridotti rispetto a quelli che li hanno incrementati e' fortemente negativo. In particolare registriamo un saldo negativo di 30 punti percentuali nella cura della persona, capelli e bellezza (era -31% nel 2012), di -31 nei giochi e nelle lotterie (era -35% nel 2012), di -26 punti nel settore dei libri, giornali e riviste, di -20 nell'elettronica ed elettrodomestici. Infine si registrano dei settori che, pur avendo subito un calo rispetto a 2-3 anni fa, evidenziano saldi meno drammatici tra chi ha ridotto i consumi e chi li ha aumentati. I prodotti alimentari e per la casa registrano un -18%, prossimo al -17% del 2012. Le spese per auto, moto e spostamenti hanno un saldo di -16%, uguale al dato 2012. Telefono e telefonia ha un saldo negativo di soli 13 punti percentuali, in crescita rispetto al -9% del 2012. In un unico ambito gli Italiani non sono tanto disposti a ridurre i consumi: quello dei medicinali. In questo caso - pur dominando la stabilita', con il 62% di Italiani che dichiara di farne un uso uguale al passato - coloro che hanno incrementato il consumo (28%) sono assai piu' di coloro che l'anno ridotto (10%); il saldo e', dunque, positivo ed e' persino superiore a quello del 2012 (+18 punti percentuali nel 2013, +17 nel 2012). Un incremento elevato si registra anche presso le famiglie che hanno sperimento importanti difficolta' nel mantenere il proprio tenore di vita. Solo il 2% degli itlaiani sono riusciti a migliorare la propria situazione e pochi possono incrementare il consumo di prodotti, oltre a cio' per qualche categoria merceologica riducono i propri consumi anche coloro che non hanno sperimentato problemi: tutte le famiglie tendono quindi ad essere piu' attente per quanto riguarda le proprie spese. Chi ha un tenore di vita in peggioramento ha dovuto tagliare ogni spesa: per ogni categoria di prodotti prevalgono coloro che ne hanno drasticamente ridotto il consumo. Chi ha mantenuto costante la propria qualita' di vita senza difficolta' e' ricorso comunque a diffusi ridimensionamenti, in particolare per il fuori casa, l'abbigliamento e i giochi. Al contempo ha incrementato le spese per auto, moto e spostamenti, telefono e telefonia, prodotti alimentari e per la casa, mantenendo costanti le spese per l'elettronica e gli elettrodomestici.

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