giovedì 20 marzo 2014

Giornate del Fai di Primavera 2014: il meglio da vedere

 Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano le Giornate del Fai. Cosa scegliere tra le oltre 750 visite straordinarie? Per non sbagliare lo abbiamo chiesto al vicepresidente dell'associazione che ci ha guidati tra grandi classici, novità e vere chicche

Settecentocinquanta luoghi visitabili in tutte le regioni d'Italia, 120 dei quali sulle tracce di Augusto. Sì perché la 22° edizione delle Giornate Fai di primavera è dedicata al grande imperatore nel bimillenario della sua morte. Ecco allora che si parte dalla capitale dove ammirare il Mausoleo e il Foro di Augusto, oltre che il Teatro di Marcello.

Il resto è un elenco delle meraviglie in cui perdersi: giardini, palazzi, chiese, archivi storici, carceri, eremi, torri. Non si può vedere tutto in due giorni, quindi ci siamo fatti guidare nella scelta dal vicepresidente del Fai, Marco Magnifico. Il risultato? SFOGLIATE LA GALLERY SOPRA e scoprirete un piccolo borgo toscano, un edificio termale degno di Klimt, i segreti della redazione del Corriere della Sera, un palazzo affrescato dal Tiepolo sulla laguna di Venezia, una villa pompeiana sul Golfo di Napoli, un convento immerso in un paesaggio siciliano straordinario.

Novità di quest'anno, molti dei beni rimarranno aperti oltre il normale orario con visite guidate serali, eventi musicali e degustazioni: tra questi l'Abbazia di Cerrate, il Parco di Villa Gregoriana a Tivoli, Villa e collezione Panza a Varese, il Castello della Manta.

L'intero elenco delle aperture straordinarie del Fai lo trovate sul sito www.giornatefai.it (alcune sono riservate solo agli iscritti). Se molti dei beni sono conservati in ottimo stato, su altri c'è bisogno di attirare l'attenzione perché non vengano dimenticati. «Gli italiani non devono iscriversi al Fai per sostenere il Fondo - ha detto il vicepresidente - ma come segno della loro partecipazione alla valorizzazione dell'arte e del paesaggio dell'Italia che sono il trampolino di lancio del nostro Paese per puntare al futuro guardando al passato».

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