lunedì 18 agosto 2014

Altro che maltempo, il 53% degli italiani risponde alla crisi tagliando viaggi e vacanze

In un rapporto dell'Università Bocconi di Milano la spending review degli italiani. Tra il 2011 e il 2013 ridotti i consumi per 5 miliardi e 320 milioni. Anche la voce computer ed elettronica, fino a oggi in buona salute, è stata ridimensionata dal 34% degli italiani
MILANO - Dimenticate pure la paura di incorrere in nubifragi o affini che ha caratterizzato questa prima parte di estate, in particolare al Nord Italia, dove le temperature e le continue precipitazioni hanno trasformato il mese di luglio in un anticipo d'autunno. Gran parte degli italiani non viaggia, con conseguente scorno di albergatori e affini, per rispondere ai morsi della crisi economica.

L'affermazione arriva da un autorevole osservatorio, l'Università Luigi Bocconi di Milano. Tra il 2011 e il 2013 gli italiani hanno ridotto i consumi per 5,32 miliardi di euro. Abbigliamento, arredamento, bellezza e tempo libero gli altri settori più colpiti. Meno di un italiano su dieci dichiara di non avere diminuito gli acquisti, dice la rilevazione del Cermes Bocconi.

E le vacanze? Viaggi e periodi i relax fuori dalla città sono la seconda voce di spesa che gli italiani hanno ridimensionato in reazione alla crisi, e la tendenza è iniziata almeno nel 2011. Secondo il rapporto La spending review dei consumatori italiani, curato da Enrico Valdani per il Cermes, Centro di ricerche su marketing e servizi dell'Università Bocconi, solo l'8% degli italiani dichiara di non avere ridotto gli acquisti nel periodo 2011-2013, ma di avere semplicemente cambiato abitudini d'acquisto e negozi (5%) o risparmiato di meno (3%).

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